Eddie Cochran può essere considerato una delle più
grandi star fra i pionieri del rockabilly, alla stregua di Buddy Holly,
Gene Vincent o Carl Perkins, ma, in un modo o nell’altro, il tempo non gli ha
accordato il medesimo rispetto. Questo è attribuibile in buona parte alla sua
prematura scomparsa, che ne ha limitato il riscontro commerciale ad una manciata di canzoni. Ciò non toglie la gran maestria di
cantautore e chitarrista (l’autorevole rivista Rolling Stone lo ha inserito fra
i cento più grandi ‘guitarists’ di tutti i tempi), acquisita da quest’artista
nella sua breve carriera. Le canzoni di Eddie Cochran
affrontano tematiche inerenti la vita dei teenager suoi coetanei, descrivendone
la felicità, i divertimenti, ma anche la ribellione adolescenziale, che nella
cultura americana degli anni cinquanta si svela definitivamente.
Edward Raymond (Eddie) Cochran nasce ad Oklahoma
City, nel giro di breve tempo si trasferisce con la famiglia ad Albert
Lea (Minnesota), stabilendosi poi definitivamente a Los Angeles nei primi anni
cinquanta. In California, Eddie ha modo di ascoltare generi musicali che in
quel periodo dilagano nella West Coast, quali rhythm
& blues e jazz, mentre in precedenza aveva assimilato esclusivamente
country music, nel frattempo realizza le sue prime esperienze musicali con
piccoli gruppi in qualità di chitarrista.
Risale alla fine del 1954 l’incontro con il
country singer Hank Cochran, che propone a Eddie un lavoro nella sua band come
chitarrista, in breve tempo nasce il duo The Cochran Brothers (pur non
sussistendo alcun grado di parentela fra i due) con un repertorio di
traditional country. Contemporaneamente si imbattono
in Jerry Capehart (un compositore locale), che si offre come produttore.
All’inizio del 1955, durante un tour nel sudovest del paese, i Cochran Brothers
hanno l’occasione di conoscere un altro artista emergente, tale
Elvis Presley, che si dedica al neonato genere del rockabilly. Rimasto
folgorato dal personaggio Presley, il duo inizia ad incidere del materiale
orientato sul rockabilly, e queste sono le ultime session prima
che i due Cochran si sciolgano.
Mentre Hank
Cochran prende la strada della composizione (divenendo uno dei più noti
songwriter nel panorama country anni sessanta), Eddie Cochran, legandosi al
musicista e produttore Jerry Capehart, inizia a dedicarsi al nuovo filone del
rockabilly. Nel 1956, la presenza di Eddie come
sessionman è rintracciabile in incisioni per piccole labels della casa editrice
American Music; in questo periodo matura pure il suo interesse nel campo della
registrazione, di fatto è uno dei primi musicisti rock (il primo era stato
Buddy Holly) a sperimentare ed utilizzare la tecnica dell’overdubbing (la
sovraincisione). Nell’autunno dello stesso anno esce il primo singolo da
solista, Skinny Jim/Half Loved (su etichetta Crest), che passa inosservato
presso il pubblico ma procura all’artista un contratto con la Liberty. Nello stesso periodo
Cochran partecipa al film The Girl Can’t Help Itdi Frank Tashlin (un
cult movie del rock & roll), in cui canta Twenty Flight Rock, e alla
pellicola Untamed Youth. All’inizio del 1957 il primo singolo Liberty comprende Sittin’ In The Balcony, una ballata
che sale fino al 18° posto pop nella classifica di Billboard. Nel frattempo
Eddie instaura buoni rapporti d’amicizia con altri due artisti rockabilly/rock
& roll, quali Buddy Holly e Gene Vincent, con quest’ultimo intraprende un
tour in Australia; per l’intensa attività concertistica le
prove discografiche di questo periodo non sono sempre di ottimo livello.
Nel 1958 esce l’album Singin’ To My
Baby (l’unico durante la sua vita), ma la spinta decisiva alla carriera
arriva con il brano Summertime Blues, il cui singolo raggiunge l’ottavo
posto in classifica pop e vende un milione di copie. Il 1959 vede l’uscita di
canzoni come C’mon Everybody, Somethin’
Else, Weekend, My Way; ma è anche il momento in cui Eddie
rimane profondamente colpito dalla scomparsa dell’amico Buddy Holly
(nell’incidente aereo che tolse la vita pure a Ritchie Valens e Big Bopper), a
cui dedica il brano Three Stars. All’inizio del 1960, dopo aver
interrotto temporaneamente la sua attività concertistica, Cochran decide
d’intraprendere una tournèe in Inghilterra (paese in cui gode già d’una discreta fama) con Gene Vincent. L’accoglienza del
pubblico inglese è favolosa, oltre agli show, numerose sono
le partecipazioni a trasmissioni radio-televisive.
Nella notte fra il 16 e il 17 Aprile, al termine dell’ultimo
spettacolo, Eddie si mette in viaggio verso l’aeroporto di Londra con la
compagna Sharon Sheeley, Gene Vincent e l’agente inglese. Prima d’arrivare a
destinazione l’auto che li trasporta si schianta, gli occupanti rimangono
leggermente feriti, all’infuori di Cochran che muore poco dopo in ospedale. Di
lì a poco esce il singolo Three Steps To Haeven, tragica ironia della sorte, che raggiunge il primo posto nelle
charts inglesi.
A dispetto della nazionalità americana, la figura di
Eddie Cochran è assurta quasi a leggenda in terra inglese, tanto che la
sua icona ritorna in parecchie pellicole (per esempio Radio On), e la sua
musica ha influenzato e continua ad ispirare tutto il mondo del rock.