Da sempre è considerato uno dei migliori e dei più innovativi chitarristi
bluegrass. Compositore eclettico, la sua abilità tecnica, la grazia ed il gusto
squisito nel suonare lo hanno fatto diventare una vera icona per gli amanti
della sei corde. Nonostante da alcuni anni patisca di problemi che gli
impediscono di cantare, la sua voce calda ed intensa che miscela tradizione,
folk e inflessioni moderne rimane sempre una tra le più amate dal pubblico ed
apprezzate dalla critica.
David Anthony Rice nasce l’otto giugno 1951 a Danville, in Virginia ma
cresce in California. Con i fratelli inizia a suonare bluegrass insieme con il
padre, che li introduce sia al suono tradizionale sia alle moderne sonorità dei
Dillards e soprattutto dei Kentucky Colonels di Clarence White. Alla fine degli
anni ’60 si sposta in Kentucky dove suona con quella fucina di artisti che
erano i Bluegrass Alliance e con i New South di J. D. Crowe, gruppi con i quali
fa le prime esperienze di bluegrass progressivo. I New South a quei tempi
comprendevano anche Ricky Skaggs, Jerry Douglas e Bobby Slone, e nel 1975
incidono il mitico disco omonimo. Poco dopo lascia questa band per ritornare in
California ed unirsi al David Grisman Quintet: strumentazione bluegrass per una
miscela di jazz e classica. I tempi sono maturi per la carriera solista e dal
1977, con il suo solo nome o come Tony Rice Unit escono alcuni dischi, tra cui Acoustics
molto jazzato e Manzanita più bluegrass. Non dimentichiamo quel piccolo
capolavoro inciso con Ricky Skaggs: due voci, chitarra e mandolino che ricrea
le atmosfere dei duet brothers degli anni ’30.
Nel frattempo, dagli inizi degli anni ’80, l’incontro con il bassista Todd
Phillips, il fiddler Bobby Hicks, il mandolinista Doyle Lawson ed il banjoista
J. D. Crowe porta al primo di una splendida serie di sei dischi, i Bluegrass
Album, ovverosia come va suonato il bluegrass. Altri artisti si uniranno
nei dischi successivi, quali Vassar Clemens o Jerry Douglas, sempre con
risultati straordinari.
Questi anni ’80 sono molto prolifici: sono incisi una serie di dischi (Mar
West, Still Inside e Backwaters) più permeati di jazz, una
formula definita “spacegrass”, e con l’indovinata ricetta che unisce eleganza e
tradizione a canzoni di autori contemporanei escono dal 1983 al 1986 Church
Street Blues, lui e Wyatt con solo le chitarre, lo stupendo Cold On The
Shoulder, Native American e Me And My Guitar. Seguono un paio
di reunion album con i suoi fratelli (il gruppo formato da Tony, Larry, Wyatt e
Ron si chiama Rice Brothers) e due dischi incisi con un altro grande
chitarrista, Norman Blake, il secondo dei quali diventa Instrumental Album Of
The Year per la IBMA. Negli anni ’90 sempre per la IBMA vince cinque volte
l’award come Guitar Player e (con i Tony Rice Unit) due volte come Instrumental
Group. Altri dischi, tra cui il trionfale Plays And Sings Bluegrass e la
raccolta Sings Gordon Lighfoot, portano al 1997 quando con il fratello Larry
e gli amici Herb Pedersen e Chris Hillman forma un gruppo che porta i loro
nomi. Incidono Out Of The Woodwork e due anni dopo Rice, Rice,
Hillman, Pedersen cui fa seguito nel 2001 Running Wild.
L’anno precedente aveva in ogni modo ripreso l’avventura dei Tony Rice Unit
ed era uscito Unit Of Measure. La nuova formazione con il fratello
Wyatt, Jimmy Gaudreau e Rickie e Ronnie Simpkins miscela folk, jazz, celtico e
naturalmente bluegrass a conferma di grande energia, intensità ed inventiva.
Anni dopo esce per la Rounder una raccolta di soli strumentali intitolata 58957:
The Bluegrass Guitar Collection, tesa ad esaltare sia uno dei più grandi
musicisti di tutti i tempi e sia il suono della sua chitarra, una Martin del
1935 numero di serie 58957.
In definitiva una carriera costellata da tutta una serie di dischi
indispensabili per chiunque ami la buona musica, dischi che hanno influenzato e
continuano ancor oggi ad ispirare schiere di musicisti.