I medicine show, o
ministrel show, erano quegli spettacoli itineranti che, nell'America degli anni
‘20 e ‘30, diventavano spesso un pretesto per proporre al pubblico pozioni
pseudo-medicamentose dalle (presunte) miracolose qualità. Imbonitori di dubbia
reputazione, trasformavano i loro carri in teatrini da strada ospitando
musicisti/compari con la funzione primaria di attrarre acquirenti. Questo
quintetto di giovani newyorchesi riprende, nel nome e nell'attitudine,
quell'antica tradizione artistica. Aggiungendoci un piglio particolare e
un'energia davvero straordinaria.
Prodotti da David
Rawlings (compagno di Gillian Welch la quale, nell'inedita veste di batterista,
dà il suo contributo ad un paio di brani) gli Old Crow Medicine Show sono la
novità dell'anno per tutti gli amanti dei suoni old timey americani. Grazie a
un repertorio variegato capace di toccare numerosi aspetti della tradizione
(dalle fiddletune alle ballate, dagli hokum allo stile jug band sino alle
contaminazioni bluesy) il gruppo punta tutto sul divertimento.
Dall'iniziale evergreen Tell
It To Me a classici come CC Rider o TearIt Down sino
a spumeggiarti brani originali (vedi Hard To Tell), gli Old Crow
Medicine Show travolgono lo spettatore con un sound spumeggiante.
Tecnica simpaticamente
approssimativa e approccio vocale sgangherato si trasformano, paradossalmente,
in punti di forza che danno ulteriore consistenza al progetto avvicinandolo
vieppiù allo spirito (e allo stile) originario. E così, al naturale 'tiro' del
gruppo (che ricorda le migliori string band danzerecce degli anni ‘70, tipo
Highwood String Band) viene iniettato un turbo potentissimo, fatto di foga punk
e consapevolezza politica (Big Time In The Jungle) degna del miglior
Woody Guthrie. Una piccola rivelazione.