Finalmente ce l'ha fatta.
Dopo anni di lotte legali (e, a sentir lei, di giganteschi furti subiti)
Michelle Shocked è riuscita a tornare in possesso del proprio repertorio. E
così, dopo aver fondato una nuova etichetta con la quale, lo scorso anno, ha
pubblicato l'inedito Deep Natural, la folksinger texana comincia a
riproporre il vecchio catalogo. L'operazione di restauro e riproposta inizia
giustamente con quello, da molti, considerato il suo progetto più interessante
e riuscito. L'album, Arkansas Traveler (originariamente pubblicato nel
1992), è un vero e proprio concept dedicato alla old time music delle
Appalachian Mountains, quella tanto amata da Bill Johnson (papà di Michelle)
che compare nelle bonus tracks con il nome d'arte di Dollar Bill.
Non è solo filologia
quella della Shocked. La sua vocalità (già matura) è un sapiente mix di
espressività e timbrica lontana dal classico country singing e, forse, proprio
per questo particolarmente affascinante. Già, perché Michelle non cade nella
tentazione di riproporre in modo stilisticamente accurato il mountain style che
(per altro) conosce a menadito. Sceglie, piuttosto, partner artistici di
livello assoluto lasciando a loro il compito di restare ancorati alla
tradizione. Lei ha così libertà di svariare, vocalmente ma anche
artisticamente, appiccicando (benissimo) testi nuovi a fiddletune antichi.
Duetti straordinari danno qualità (e varietà) al lavoro: Uncle Tupelo, Alison
Krauss e i suoi Union Station, Norman e Nancy Blake, Hothouse Flowers, Taj
Mahal e Gatemouth Brown, Pops Staples, The Band, Doc Watson, Jimmy Driftwood
appongono il loro sigillo.
Il reissue è così bello e
importante da far passare inosservate le pur gradevoli bonus track tra le quali
si segnalano i duetti live con Dan Crary e String Cheese Incident, due curiosi
demo di Come A Long Way (il pezzo più convenzionale del disco e l'unico
a non avere ospiti) e Weaving Way (nell'album eseguita in duetto con i
Messengers e qui in versione spoken word) e un affettuoso omaggio (del quale
abbiamo accennato a inizio recensione) a papà Bill.