Non credo, voglio
sperarlo, vi sia lettore di questa rivista al quale il nome di Byron Berline
dica poco o niente. Evito pertanto di stendere l'ennesima presentazione di
colui che a buon diritto, insieme a Mark O'Connor e pochi altri, è considerato
uno dei più grandi violinisti (fiddlers suonerebbe riduttivo) del panorama
musicale americano e non. Le sue infinite collaborazioni, in fondo, sono
proprio lì a testimoniare quanto rappresentativa sia stata la sua opera durante
gli oltre trent'anni di carriera.
Byron Berline da un paio
di anni ha aperto una bottega di violini e strumenti a corda in compagnia del
suo compagno John Hickman da qualche parte in Oklahoma, e le sue apparizioni si
sono quindi fatte più rare, così come le incisioni discografiche. Mi pare una
scelta molto comprensibile per un uomo con i capelli grigi e con una esperienza
di vita, non solo di musicista, come la sua: violinista per Monroe, Country
Gazette, Flying Burrito, Dillards, Byrds, BCH, California, Rolling Stones,
Doobie Brothers, Rod Stewart... ma anche attore in film di successo al fianco
di nomi come Redford, Travolta e Eastwood.
Non è sorprendente,
quindi, che la Rounder ripubblichi su compact un suo vecchio disco del '77.
Sorprendente sarà, al contrario, il constatare, da parte di coloro che hanno
avuto scarsi contatti con Berline, quanto fedele sia il nostro alla musica
tradizionale per fiddle. Non lasciatevi depistare dal nome degli Stones o di
Stewart: qui ascolterete un Berline che rende omaggio alla musica con la quale
è cresciuto, ascoltata in famiglia, suonata in tenera età in decine di
contests. Le fiddle-tunes che papà Leonard suonava alla fine degli anni '20,
riproposte in maniera magistrale, con la collaborazione di alcuni dei più
importanti nomi della scena bluegrass.