RED CRAVENS & THE BRAY BROTHERS, "419 West Main", Rounder
0015 (Importato)
Anch'io faccio parte di
quella schiera di appassionati che deve esprimere riconoscenza alla gloriosa
Albatros per avermi introdotto in un mondo musicale che nei lontani anni '70
poteva davvero essere considerato alternativo. Quell'etichetta ebbe il merito di
far conoscere anche ai giovani italiani musiche e tradizioni di altri popoli e,
soprattutto, le radici della musica moderna, attraverso incisioni prese in
prestito dai cataloghi Folkways e Rounder.
Uno dei primi contatti
con la musica bluegrass per i giovani di quella generazione fu proprio l'album
intitolato Really Bluegrass (Rounder 0053) di Red Cravens & The Bray
Brothers. I vent'anni trascorsi e le centinaia di dischi ascoltati non hanno
modificato il mio parere nei confronti di questo vecchio vinile, che rimane uno
dei più suonati della mia collezione, e non solo per nostalgico affetto.
Ora quei solchi possono
trovare un pò di pace, finalmente, grazie a 419 West Main, una raccolta
di registrazioni dello stesso periodo, primi '60, effettuate anch'esse nello
studio della WHOW sede dello show quotidiano che tanti ricordi provoca a John
Hartford, curatore delle note di copertina. Il suono che esce dal disco
possiede una magia capace di far vivere all'ascoltatore 40 minuti di un'altra
epoca, esattamente come una macchina del tempo, e con esso si riscopre quella
‘ingenua’ atmosfera che circonda il tanto celebrato periodo della fine degli
anni '50, inizio '60.
Le calde voci in armonia,
soft ma cariche di quella caratteristica tensione tipica del bluegrass, e le
ben studiate dinamiche per la registrazione attraverso un solo microfono, oltre
alla rilevante tecnica strumentale del quartetto, fanno di questo disco un
piccolo, prezioso gioiello di cui nessun appassionato di bluegrass e di
american music dei fifties si stancherà mai.