Amici, chiudete gli occhi, rilassatevi e preparatevi ad un viaggio a
ritroso nel tempo…I Doors debuttano per l’Elektra e Joni M
È,
questo, uno dei tanti gruppi (a me) sconosciuti che fanno grande il bluegrass,
come genere musicale, come stile di vita, come comunità (prima di accusarmi di
retorica, andatevi a vedere un festival bluegrass negli USA, se non l’avete già
fatto).
Big
Country Bluegrass è un gruppo che ruota attorno al nucleo di coniugi Tommy e
Teresa Sells, mandolino e chitarra/voce, cui si aggiungono Larry Pennington,
banjo e voce, Alan Mastin, basso, e Jeff Michael, fiddle, chitarra, clawhammer
banjo (o meglio, drop thumb banjo, come puntigliosamente precisa) e voce lead.
E suonano il miglior bluegrass tradizionale che sia dato sentire da un gruppo
di interesse regionale.
Regionale
o no, la banda ha trovato il modo di calcare le tavole del Grand Ole Opry, come
vincitore di un concorso bandito da Martha White per il miglior Jingle.
Ed
infatti il Martha White Theme compare nel CD: rara cover, eseguita in
modo perfetto, di un pezzo, che io sappia, reperibile solo sul Carnagie Hall
album di Flatt & Scruggs (fuori catalogo), o nel (costoso) cofanetto della
Bear Family(chi conosce Flatt &
Scruggs non ha bisogno di essere edotto su come si grida “MARTHA WHITE!!!” e
sul concetto che “You bake right with Martha White”; gli altri, è ora che si
informino, non è mai troppo tardi).
Pochi
appunti si possono muovere a questo CD. La parte strumentale non ha nulla da
invidiare a gruppi ben più affermati. C’è, forse, qualche incertezza minore
nelle voci, ogni tanto, ma si tratta di cose veramente piccole.
Lascia
un po’ interdetti, all’inizio, la voce di Jeff Michael, per il suo timbro, non
spiacevole, ma più da signora matura che da signore con i baffi. Tanto che mi
sono reso conto che non si trattava della signora Sells solo quando ho letto le
note di copertina. Che sono essenziali, ma non insufficienti (riportano persino
il numero di telefono di casa dei signori Sells: il che lascia intuire come il
CD sia il premio, meritato, per questi dilettanti vincitori del concorso).
Nemmeno
il numero di cover è eccessivo: e questo, per un gruppo di non professionisti,
è una gran bella cosa. Oltre a Martha White ci sono In Despair, Cumberland
Gap (eseguita benissimo), una rischiosissima Muleskinner Blues,
assolutamente dignitosa, You Live In a World Of Your Own. Cover, ma non
sempre pezzi strasuonati.
Bravi.
Forse non belli, ma bravi. Una boccata d’aria fresca.