Quarto disco per la
Copper Creek, il terzo addirittura celebrava i venticinque anni di Dick Kimmel
nella musica bluegrass. L’ho acquistato per curiosità, non aspettandomi grandi
cose, infatti, aldilà del rispetto che si sono guadagnati a livello locale, la
band non ha mai fatto parlare di sé, e persino quelli di Bluegrass Unlimited,
che sono sempre attenti a non far male a nessuno, hanno dedicato loro articoli,
direi, solo di circostanza.
Ramblin’ Away spiega perché. Strumentalmente
rientrano nella media dei gruppi americani locali (no... forse no).
Vocalmente, invece.., ancora peggio: scarsi i lead vocals, un disastro, o
quasi, le armonie. Pochi gli episodi interessanti nonostante il tentativo di
proporre un repertorio originale e ricercato. Rimandarli dopo venticinqueanni
sarebbe da cattivoni: bocciati.