È stato il violinista Chris Brashear (ex Laurie Lewis Band) a radunare il gruppo, gli stessi musicisti che avevano
suonato in un suo dischetto anni fa. Questi musicisti sono Jody Stecher al
mandolino e fiddle, che è forse il più noto per la sua prolifica collaborazione
con Kate Brislin raggiungendo due nominations ai Grammy, mentre al contrabbasso
troviamo Forrest Rose, ex Blue Gras Boys con Bill
Monroe. Stessa formidabile esperienza per il banjoista Bob
Black, che ha suonato anche con Rhonda Vincent, John Hartford e molti altri, ed
infine Peter McLaughlin alla chitarra, anch’egli ex Laurie Lewis Band, fratello
maggiore del più noto David. Ecco questi, con in
più ospite Ed Neff ad un ulteriore fiddle, sono diventati i Perfect Strangers
(di nome ma non di fatto) che ci presentano il loro disco d’esordio miscelando
al bluegrass influenze old-time e country.
Di certo non si può rimproverare loro la mancanza di creatività,
sempre nel segno forte della tradizione. Ma non è
questo il loro marchio distintivo: hanno la prerogativa (non riesco a
discernere se è un pregio) di rendere drammatici anche pezzi fondamentalmente
leggeri o allegri. Va bene per certe cose, ma molti, forse troppi brani sono
carichi di pathos: sarà la miscela delle voci che non è sempre al top, saranno i suoni non molto puliti o sarà anche
l’utilizzo di due o tre fiddle che a volte appesantiscono l’atmosfera. Per
fortuna un po’ diverse sono ad esempio la scherzosa Canned
By The Best dalla penna e dalla voce di Bob Black, e sempre rimanendo sul
bravo banjoista merita segnalare Bluegrass In The Backwoods, dal sapore
gitano con tutti i musicisti in evidenza, ed in particolare appunto Bob Black,
che già aveva suonato questo pezzo negli anni ’70 con l’autore Kenny Baker.
Sono bravi, ci mettono energia e dinamismo, hanno anche molta
esperienza, ma alla fine dell’ascolto il disco non riesce, purtroppo, a
soddisfarmi appieno.