Dodicesimo disco per i Big Country Bluegrass,
formazione un po’ più che regionale della Virginia, e per fortuna non c’è nulla
da segnalare. Per fortuna perché questo è il solito loro disco: come in quasi
tutti i precedenti troviamo un compatto, gustoso,
incontaminato e sincero bluegrass, che più tradizionale di così non si può. Ed è un ottimo ritorno alle cose che sanno fare meglio,
perché il loro penultimo Gospel Time, ovviamente tutto gospel, un
pochino aveva deluso.
Anche la
formazione è la stessa dell’ultimo disco, come solito è altresì il repertorio,
un mix tra vecchio e nuovo. Dai più che familiari John Henry a You
Don’t Know My Mind, sempre eseguiti con competenza e bravura fino agli
originali: uno strumentale è a firma del fiddler Billy Hawks ed altri tre pezzi
provengono dalle mani del chitarrista e cantante Jimmy Trivette e della di lui moglie Sue. E tra le
cose nuove composte appunto da Sue Trivette, da segnalare particolarmente è Larry’s
Song, un commosso ricordo in musica di Larry Pennington, che è stato per
quindici anni il banjoista nella band e che è scomparso un paio d’anni fa. Il
pezzo culmina con le note finali di Cumberland Gap
suonate dallo stesso Larry e tratte dal loro disco Tomorrow I’ll Be Gone
del 2000. Davvero un bel pezzo, sicuramente destinato a far
parte del repertorio dei Big Country Bluegrass per molto tempo, e non solo per
il ricordo dell’amico scomparso.
Un disco bello, fresco, oserei dire grasso,
il piacere di ascoltare qualcosa di ruspante, magari non particolarmente
ricercato nella tecnica però autentico, vero.