Buona parte dei 43:41
minuti del disco li passerete ballando, il resto schioccando le dita, poi errerete dall'amico rockabilly a urlargli la scoperta, ma non prima d'aver fatto tappa da quell'ottuso e presuntuoso di vostro cugino jazzofilo per dimostrargli che sotto uno Stetson si può celare anche un piccolo Eddie Lang. Potrete allora tornare a casa a riascoltarvi il CD, felici di aver avuto conferma che le impronte lasciate da Bob Wills il
vento non le ha ancora cancellate.
Lode a Dave
Alvin (ex Blasters), che per fortuna
non si limita a incideredischi, tra l'altro ottimi, ma si presta anche a ricoprire il ruolo di produttore se a farne richiesta sono validi musicisti dalle caratteristiche roots come nel caso del tondo Big Sandy & Soci.
Il suono giusto Dave è riuscito a trovarlo, tanto da far sembrare Swingin' West un
vecchio disco inciso quasi 50 anni fa,
poco prima dell'avvento del r'n'r. Il genere è country-swing, contaminato da rockabilly e hillbilly boogie, più vicino a Hank Thompson in verità di quanto lo sia a Bob Wills. Ma se a voi che
finora avete masticato poco country questi nomi vidicono poco, allora può esservi d'aiuto sapere che Big Sandy sta alla country music quanto Ray Gelato
al jazz... chiaro ora?
E la grinta è
la stessa, come la preparazione
dei rispettivi musicisti: Ashley
Kingman è grande all'elettrica e con lui
anche Lee Jeffriess alla steel, dividendosi i breaks, duellando e mostrando pregevole preparazione sia negli assolo in stile country
e, soprattutto, in quelli jazz; dietro, una ritmica
essenziale e precisa, composta dalle spazzole
di Bobby Trimble e dallo slappin' e
walkìn' bass di Wally Hersom. Big Sandy, infine ha una
voce perfetta per lo stile. Sam
Phillips non ci avrebbe pensato due
volte a farli firmare... un investimento sicuro.