THE MCCOURY BROTHERS: "The McCoury Brothers" (Rounder Records
CD 0230)Silvio Ferretti (BMAI)
Si, gli Appalachi sono lontani. Affiorano appena sullo
sfondo e l'eco delle loro ferrigne melodie, così care al giovane McCutcheon, si
percepisce appena. Così era per il precedente Between The Eclipse e così
sostanzialmente rimane in questo primo capitolo dedicato
alle quattro stagioni, un album familiare visto e raccontato dalla parte dei
ragazzi. L'estate dunque, afosa e provinciale, fra
Huckleberry Finn e i Peanuts, nella sua scanzonata quotidianità di tuffi negli
stagni, di romantiche notti di San Lorenzo, camping,biciclette e tagliaerba, zanzare, campeggi e gelatai.
Mancano zia Polly e gli amici di penna. L'hammer dulcimer c'è e si dibatte fra
suoni e strumenti che non appartengono al suo vissuto: reggae, rock-blues,
jazz, New Orleans. Qualche volta ha
la meglio e s'impone, spalleggiato dal whistle in Meteors o nella
bucolica ballata Riding My Bike in tutta la sua fanciullesca leggiadria.
Ma la bici non è un tilbury, e la musica di John
sembra riferirsi ad un crossover di suoni moderni piuttosto che alle aree
fumèes dei bei tempi andati. Non che banjo emandolino, pur presenti all'appello, se la
passino meglio. Timidi, emergono, meravigliati di trovarsi in una selva
di fiati, corde svisanti e sintetizzatori. Il disco è tuttaviasuonato con gusto, divertente e disimpegnato, con il suo
odore di bucato che pervade ogni traccia. In Camping In The Wilderness
la voce di John ricorda la grinta di John Hiatt e il travolgente blues di Power Mower, teatralmente interpretato, sembra
addirittura suggerire un'energia alla Johnny Winter. Dad And
Me, condotta per mano da pianoforte e sax è una serenata leggera e sottile,
proprio come pioggia estiva. Superato l'impasse di un folk
puro di cui non v'è più traccia, Summersongs si beve come rinfrancante
succo d'arancia.