Bluegrassari
del mondo e mandolinisti incalliti preparatevi a decidere se continuare ancora
con i soliti canoni o decidere definitivamente di smettere. Eh sì, proprio strano
recensire un CD che si presenta, per voce dello stesso autore, come un suo
ritorno al bluegrass per poi presentare una band composta da
contrabbasso, batteria e mandolino! Chi l’avrebbe mai detto
che anche così si può suonare bluegrass. Certo un tantino strano lo è ma funziona.
Ad aprire due super standard
quali Rawhide e Blue Grass Stomp di Bill Monroe che poco hanno a
che vedere con gli originali. Certo la melodia è la
stessa ma l’arrangiamento e gli assoli lasciano
positivamente interdetti. E via con altri due
tradizionaloni Arkansas Traveller e Golden Slippers. Anche per
questi due brani il trattamento risulta ben poco
ortodosso, cosa che poi si ripeterà anche per un altro classico Old Joe
Clark.
Le altre sette tracce portano la firma di
Statman e vanno dal ¾ di Roots Waltz a brani più propriamente bluegrass
o bluesy come la title track. Ma
non è tanto dai singoli brani che l’attenzione sarà catturata ma dagli assoli,
spesso improvvisati, che il nostro sciorina. Andy Statman è famoso, oltre che
per la sua ricerca musicale nel mondo Jiddish al quale appartiene, per i suoi
studi di jazz da cui un famoso e valido metodo per mandolino. Il CD in
questione può essere un riassunto ed un concentrato di tutti i suoi studi con
chiari riferimenti a tutte le sue anime musicali. Assoli mozzafiato ma di una originalità a dir poco geniale. Un modo completamente
nuovo di riscrivere il mandolino bluegrass. Seppur le
premesse dovute al tipo di band, l’album risulta di una fruibilità e
gradevolezza sconcertanti. Caldamente consigliato a tutti gli appassionati di
bluegrass... poi deciderete che fare.