Primo
lavoro discografico di questo ensemble nato sotto la
direzione di Darol Anger. Dal titolo del CD la band
continuerà a chiamarsi in seguito solo Repubblic Of Strings. Rispetto alle
precedenti formazioni capeggiate da Anger e basate sull’intreccio di vari
strumenti ad arco (vedi Fiddlers 4 o Turtle Island String Quartet), qui
troviamo l’inserimento del grande chitarrista Scott
Nygaard. Conosciuto a noi tutti per la lunga militanza negli O’Boys di Tim
O’Brien e per due ottimi CD a suo nome, dopo una pausa in cui si è dedicato
quasi totalmente alla famiglia ed alla rivista Acoustic Guitar, di cui è uno
dei capo-redattori, torna ad allietarci e regalarci il suo chitarrismo unico in
tecnica e fantasia. Fondamentale il suo apporto come aggregante sia ritmico che melodico.
13 i
brani del disco suddivisi tra composizioni originali e ri-arrangiamenti sia di tradizionali che cover. Il lavoro, come spiegato
nelle note di copertina, è un viaggio immaginario della band
nelle atmosfere di vari paesi. Infatti a sostegno di
tale precisazione in fianco ad ogni titolo compare il nome del paese cui
l’arrangiamento si è ispirato. Ecco quindi che si possono ascoltare soluzioni
armoniche tipiche old time, africane, irlandesi, brasiliane, finlandesi,
americane jazzate alla Manhattan o pop alla Los Angeles o ancora blues alla Mississippi.
L’esordio
è assolutamente positivo sia per la scelta delle
tracce sia per le intriganti armonizzazioni ma soprattutto per un filo
conduttore comune che unisce i brani uno all’altro con raffinato gusto e
fascino. Possiamo quindi a ragione ben sperare per il futuro
ma nel frattempo riempire le nostre stanze con note che dalle casse del
nostro stereo non scadono mai in banalità o eccessi di virtuosismo mantenendo
sempre alta l’attenzione dell’ascoltatore.