Un ritorno a sonorità più tradizionali e bluegrass filtrate dallo
spirito inconfondibile e dalla tecnica di Thile. Band classica con
chitarra, contrabbasso, banjo e violino, cioè Chris
Eldridge, Greg Garrison, Noam Pikelny e Gabe Witcher. Apre Watch ‘at Breakdown a sua firma e Dead Leaves Dirty Ground
di Jack White, entrambe bluegrass. Segue Stay Away, ballata di Thile
molto sofferta in cui una non gran voce evidenzia forse il tallone d’Achille dell’ artista. O Santo De
Polvora del gruppo galiziano Milladoiro, molto si avvicina al sound
bluegrass dandoci l’idea dell’apertura mentale e musicale del nostro. Si
prosegue con Wayside (Back In Time) di David Rawling & Gillian Welch
che ricorda una della varie versioni della
tradizionale e più conosciuta Shady Grove, a metà tra l’old time ed il
bluegrass. In questo caso invece il canto strascicato ben si
adatta. You’ re An Angel, And I’m Gonna Cry
liriche d’amore tenere ed intense, una bella canzone. Quindi
la title track firmata da Thomas Anderson Brosscaw, altro brano dolce a
ricordare le sonorità Nickel Creek. La strumentale TheBeekeeper ci dimostra ancora una volta le capacità sia compositive che
tecniche di Chris. Ad alleggerire la sequenza un classico blues di Jimmie
Rodgers Brokeman’s Blues, quindi la
tradizionale If The Sea Was Whiskey eseguita solo voci in coro a
cappella. Segue Cazadero a firma Paul Shelasky, classica fiddle tune da
ballo, e Heart In A Cage di Julian Casablancas,
molto country con i guizzi rockeggianti tipici. A chiudere
sempre Thile in I’m Yours If You Want Me e The Eleventh Reel.
La prima per solo mandolino e voce, intima ma un pò difficile
come fruibilità, mentre la seconda solo strumentale.
Un album
gradevole in cui il mandolinismo e la vena compositiva di Chris Thile risultano ben ripagati.