David Grisman nella sua
ricca e prestigiosa carriera è passato attraverso numerose esperienze e
sensibilità musicali. Con impasti anche eterogenei, cominciando da Earth Opera
e poi con Jerry Garcia, Old & In The Way, Muleskinner, DG Quintet, i Tone
Poems e la sua invenzione dawg music, creando e non seguendo le mode, ha
percorso e superato bluegrass, folk, jazz, rock e tutto il possibile. E spesso
con strumentazione acustica, tanto da chiamare la propria etichetta
discografica Acoustic Disc, specificando anche: 100% handmade music.
Il bluegrass è sempre
stato il suo primo grande brivido musicale, come dice nelle note di copertina
Grisman stesso, ed il desiderio di tornare ad una musica più verace è così
forte che ha messo su una band apposta, coinvolgendo amici e parenti, e non
solo per modo di dire: infatti al contrabbasso c’è suo figlio, il giovane
Samson Grisman dalla maturità già ormai compiuta (ascoltate il suo inusuale
assolo in Are You Afraid To Die). Con loro la vecchia conoscenza Keith
Little a banjo, chitarra e voce, Jim Nunally alla chitarra e voce e poi Chad
Manning al fiddle.
Il suono crudo (ed a
volte freddo) del mandolino di Grisman apre il disco, quasi a volergli mettere
subito il suo sigillo, per poi accompagnare brani presi da una selezione ampia
ma omogenea di autori. Partendo ad esempio da Engine 143, un classico
della Carter Family dal fascino misterioso, e da pezzi di artisti più o meno
noti, da Bill Monroe a Jim Eanes, passando attraverso una sfumata rilettura di
quel pezzo di storia e di mito intitolato Old And In The Way.
Il disco si presenta
gradevolissimo: stilisticamente è molto vicino ai primi anni del bluegrass,
basilare, senza fronzoli, sempre molto dinamico, splendidamente suonato e
supportato da uno squisito, davvero squisito impasto vocale. Un ottimo lavoro,
come da sempre Dawg, nella sua ecletticità, ci ha abituato.