Eccolo il disco che non
ci si aspettava. Guardo questo Adieu False Heart e sul nome di Linda Ronstadt
esplodono i ricordi. Penso alla fine degli anni ‘70, quando si ascoltava la sua
dolce voce cantare, ad esempio, Many River To Cross e si fantasticava
nello splendore dei 32 centimetri del retro del vinile di Prisoner In
Disguise, con lei, sensuale, a trascinare i nostri sogni.
Da allora ha fatto cose
importanti ed altre forse minori, sempre rimettendosi in gioco, e adesso la
ritroviamo, un po’ invecchiata ma sempre con la stessa dolce voce, a visitare
nuovi territori, quelli profumati di cajun, ed a proporci questo splendido,
davvero splendido disco.
E Ann Savoy,
co-protagonista di questo progetto, è ben lieta di accoglierla nel proprio
suolo, perché l’accoppiata è di quelle vincenti. Con il marito Marc è parte
della Savoy-Doucet Band, tra le massime espressioni di questa musica, ed
anch’essa possiede una voce espressiva e forte sensibilità artistica.
La Ronstadt si avvicina a
questi suoni intimi e caldi non con supponenza, ma con l’umiltà di chi vuole
conoscere ed imparare (ma ha anche molto di suo da portare), ed il risultato è
proprio il disco che non ci si aspettava, una vera sorpresa. Un disco difficile
da classificare se non sotto l’etichetta di buona musica, in cui il gusto cajun
si fonde con dolci ballate senza tempo e luogo, dalla canzone in francese a
Bill Monroe, dalla tradizione più antica allo hit degli anni ’60 fino
all’autore contemporaneo.
Un disco in cui
l’avvolgente ed intenso uso di strumenti ad arco non è mai stucchevole bensì
diventa un tutt’uno con le due voci, dandoci una musica che ci tiene sospesi un
palmo da terra. Un disco lieve e poetico, in punta di dita e in punta di voce,
da due artiste, da due donne che riescono a dare un’anima alla musica che
interpretano.