Talvolta gli errori sono
un ottimo sistema per conoscere nuovi gruppi musicali. Mi accadde tantissimi
anni fa con il grande Doc Watson che, ancora ignaro di questo mondo, scoprii
casualmente acquistando per errore il suo doppio LP On Stage con il
figlio Merle. Da lì il mio mondo musicale prese una strada piacevolmente senza
ritorno.
L’ultimo mio errore, in
ordine di tempo, è stato con un click errato durante la composizione di un
ordine di CD via web negli USA. Nella lista sono finiti i Balsam Range. Un po’
scocciato inizialmente dopo essermi accorto dell’inconveniente, ho posizionato
il disco nel mio stereo con un passo già pronto verso la raccolta differenziata
convinto di aver tra le mani un delle varie ciofeche che ogni tanto capita. Ed
invece canzone dopo canzone mi sono ritrovato a ripigiare il tasto play del
lettore e riascoltare con piacere il prodotto narcisisticamente compiacendomi
dell’accaduto e della mia sbadataggine.
Già dal brano d’apertura
che dà il titolo al lavoro, ci si trova ad affrontare un gruppo solido e
compatto coadiuvato da una qualità di registrazione ad alti livelli. La traccia
a seguire The Other Side è bluegrass scatenato dal ritmo pulito ed
incalzante. I brani sono tutti contemporanei eccezion fatta per un’accattivante
versione di East Virginia Blues firmata da A.P. Carter. Ottimi tutti i
musicisti, ottimi i cori e tutti gli arrangiamenti. Banjo, violino, mandolino,
chitarra si alternano ad efficaci assolo con il supporto del solido sustain del
contrabbasso.
Se io ho fatto l’errore
che errore poi non s’è rivelato, voi amanti del buon e sano bluegrass godetevi
l’album e non fate voi l’errore di sottovalutarlo. Spendete volentieri in
vostri euro e ne sarete ampiamente ripagati. Buon ascolto nella speranza che
arrivi presto un capitolo due.