Nel 2009 si sono aggiudicati il primo premio come migliore
band bluegrass all’EWOB Festival nella terra dei
tulipani, presentando un sound originale ed innovativo con base nel bluegrass ma ricco di nuove idee a creare un insieme
decisamente nuovo ed interessante. Cinque musicisti dai nomi di facile lettura
ma impronunciabili, EmelieJunsten
voce, Per Ojerut chitarra e cori, Oskar Reuter mandolino mandola e voci, Martin Blomberg
banjo pedal-steel e voci, Karl Annerhult
contrabbasso, e come ospite in un solo brano nientemeno che Tim O’Brien a violino voce.
Undici le tracce a comporre l’album, tutte originali scritte
dalla band, e già questo è un gran bell’inizio. Gli arrangiamenti presentano
sonorità da musicisti navigati con ottime idee ed una maniera molto originale
di proporre musica. Sono solide le basi nella tradizione nord americana arricchite da un proprio ed inconfondibile stile
che risente anche del loro essere europei. Qualche riferimento, tanto per
capirci, potrebbe essere nella musica degli americani The Duhks
ma solo per inquadrare un pochino il genere. Infatti
la loro proposta non fa il verso ai riferimenti ed ai maestri d’oltreoceano ma
ha un proprio stile che sa di americano ma non lo è.
I brani scorrono uno dopo l’altro lasciando sempre sia la
curiosità di ascoltare quello a seguire sia il desiderio di tornare indietro e
riascoltare quello che è appena terminato. Un ottimo lavoro che ascoltato e
riascoltato mi convince sempre di più, un ottimo lavoro. Finalmente in Europa
un’altra band con uno stile tutto suo che pur studiando ed amando i maestri ha
poi l’orgoglio ed il desiderio di tracciare una propria strada, da musicisti
veri (e qui i più accorti potranno cogliere la mia leggera vena polemica verso
chi scimmiotta). Bravi.