La faccia simpatica di
questo occhialuto ragazzo in copertina bianco nero, Joe Walsh
con il suo mandolino. Estraggo il CD e lo posiziono
nel mio lettore. Le prime note di Ain’t No OneLikeYou/Sally’s Little Favorite mi colpiscono. Fermo il lettore
e riparto. Nel suo incedere lento, un po’ che tira indietro, calmo, rivela una
carica incredibile e dirompente. Si sentono sonorità alla Republic ofStrings e alla Darol Anger mescolate con un raffinato oldtime completate dalla voce del nostro. A questo punto
la curiosità è a cento. Leggo le note di copertina e noto che gli ospiti sono
proprio quelli che ho appena citato più i Gibson Brothers.
Ovvio che a questo punto il mio narcisismo si compiace con me stesso! Partono
le note della seconda traccia, lo strumentale WolfcatBreakdown scritta da Walsh,
molto originale. Mole In The Ground, un classico arricchito da influenze
oldtimey ed il mandolinismo in stile Tim O’Brien,
ottimo mix. Emily’s Welcome To Portland, alto strumentale di Walsh,
ha invece un marcato sapore irlandese. A seguire la cover di I Shall Be Released di Bob
Dylan che è una vera perla. Un altro brano originale Bob’sBucket, giga irlandese allo stato puro. Early, di Greg Brown,
vede I fratelli Gibson a chitarra, banjo e voci, quindi ovviamente un classico bluegrass, in ¾. HoldWhatchaGot, omaggio a Jimmy
Martin, ed a seguire SundayMorningReel, altro
strumentale originale, il cui titolo non tradisce le aspettative irish. Penultimo brano ancoro un nuovo strumentale I RemeberedWhen I Knew che si discosta con gusto dal resto del lavoro
lasciando capire che il ragazzo ha idee, buone idee. Chiude un super classico Oh,
BabeItAin’t
No Lie, di Elizabeth Cotten,
che nelle note Joe dichiara essere uno dei suoi preferiti. Gran disco, se
questo è l’inizio di una carriera solistica, vai Joe.