Jeffrey Foucault è uno
dei più intelligenti ed intriganti singer songwriters
attualmente in circolazione, in possesso di una voce quanto mai espressiva e di
una vena lirica degna dei suoi migliori predecessori. Il musicista nativo del
Wisconsin, reduce da un tributo a John Prine degno di
nota ma dalle critiche discordanti, torna a proporci materiale originale e
coglie pienamente nel segno con un’altra raccolta di splendide canzoni che
acquistano ancora più luminosità grazie ad una produzione priva di difetti e di
una band di accompagnamento veramente sopra la media. Eric Heywood
è strepitoso alla pedal steel dove le sue pennate
nell’iniziale HorseLatitudesemozionano fortemente, Billy Conway alla batteria
e Jennifer Condos al basso formano una sezione
ritmica equilibrata, il redivivo Van DykeParks, già con Lowell George, RyCooder e Brian Wilson tra gli
altri, è ispirato più che mai a piano e organo hammond,
mentre Kris Delmhorst appare qui a voce e cello.
Folk, rock e country vengono fortemente personalizzati dalla musicalità
di Jeffrey Foucault, ormai autore maturo e capace di tratteggiare personaggi,
luoghi e situazioni con estrema lucidità e vigore. Alla maniera di personaggi
come John Gorka o Ray LaMontagne
ai quali si può accostare per visione e sincerità, Jeffrey Foucault mostra qui
tutta la sua genialità, la sua malinconia sempre venata di aromi agrodolci, il
suo afflato genuinamente poetico. Brani come Pretty
Girl In A Small Town, Starlight
And Static, Everybody’sFamous, HeartTo The Husk, Idaho e Passerines,
gioiellini minimali ma seducenti,conquistano in pochi ascolti cuore e
cervello, diventando un compagno fedele e costante delle vostre giornate
autunnali o invernali.
HorseLatitudesè un ottimo
biglietto da visita per un artista dalle molteplici virtù e dalle capacità
ancora potenzialmente perfezionabili, molto più di una semplice promessa del
cantautorato statunitense.