Gene Clark With The Gosdin Brothers, primo album solista del
cantautore (anche se in buona compagnia), venne pubblicato dopo la sua
dipartita dai Byrds e, con una mossa maldestra della casa discografica, in
concomitanza con l’uscita di Younger Than
Yesterday che si accaparrò tutta l’attenzione dei fans penalizzandolo in
maniera disastrosa.
E’ una pregevole opera
prima che annovera come ospiti musicisti di grande profilo (Clarence White,
Glen Campbell, Leon Russell, Van Dyke Parks…), improntata su una decina di composizioni
inconfondibili, immediatamente riconducibili, per liriche e musica, alla
poetica dell’artista.
Nel 1972 Jim Dickson e la
Columbia, con una strategia decisamente controcorrente che ha dell’incredibile,
riprendono in mano il tutto: fanno reincidere a Gene le parti vocali soliste
mantenendo intatti i cori di Vern e Rex Gosdin, cambiano l’ordine dei brani
eliminandone uno (Elevator Operator,
il brutto anatroccolo), lo vestono con un nuovo missaggio e lo propongono con
una copertina differente. Gli appassionati gioiscono, le vendite, al solito,
rispondono picche. Così va il mondo.