Chicago è sempre stata
una città catalizzatrice per quanto riguarda la scena folk e cantautorale
americana, benigna quando si è trattato di accogliere e nutrire artisti legati
a stili che si ricollegano ad una tradizione nobile e propositiva. E proprio da
Chicago arriva questo debuttante con tutte le carte in regola per ridefinire
gli stilemi di un genere che si rigenera e rinasce grazie alla sensibilità e
alla musicalità di gente come Adam James Sorensen.
Dopo un lungo percorso
artistico e personale che lo ha portato a viaggiare attraverso gli Stati Uniti
e l’Europa per lunghi anni, Adam James Sorensen ha chiuso il cerchio tornando a
casa e tirando le fila di quelle che sono state esperienze profonde e preziose.
Midwest è un lavoro lungamente meditato e comunque lucido ed espressivo,
maturo e ottimamente strutturato, con una produzione adulta grazie a Evan
Brubaker, nome noto nella scena folk e indipendente e una serie di session men
di talento come il chitarrista Mark Spencer, già con Son Volt e Laura Cantrell,
Eyvind Kang il cui violino ha impreziosito le registrazioni di Bill Frisell e
Beck, il mandolinista Don Stiernberg e le armonie vocali della brava
cantautrice dell’area di Seattle Rachel Harrington.
Midwest è riflessivo e poetico, con
canzoni solide interpretate con cuore e sentimento, un album che introduce una
carriera decisamente promettente. Suburban Rock And Roll e Chicago
River mostrano doti non comuni a livello compositivo, eccellenti biglietti
da visita con la loro giusta dose di malinconia e di nostalgia, intriganti e
melodicamente rilevanti. Personalmente molte delle canzoni presentate in questo
Midwest mi ricordano, anche grazie all’artwork della confezione, i
grandi cantautori canadesi che negli anni settanta ‘invasero’ il mercato con le
loro atmosfere personali e penetranti. Desperation, Winter Song, Shadows
In The Snow e Northside giocano sulle fascinazioni e sulle emozioni
in modo delicato e sempre costruttivo.