Sono in sei e vengono dalla California
Meridionale, per la precisione da quel di
San Diego, si fanno chiamare West Coast Pinups e suonano un country che sta esattamente a metà strada fra l'honky-tonk ed il
Bakersfield sound.
Sono insieme dall'estate del 1997 e questo Woman's Work è il loro debutto.
Come vuole la tendenza più recente in ambito country (due nomi tanto per esemplificare meglio: Honky-Tonk Confidential e
Ruthie & The Wranglers), il ruolo
di cantante solista è di una donna: Cella Blue. 'Country music's newest honky-tonk
angel', mentre le chitarre sono appannaggio di Johnny Smokes e JoeMcGrath (anche manager del gruppo), la sezione ritmica è costituita dal basso di Ben Farkas e dalla batteria di William Graham Jr., i quali compongono
la maggior parte dei brani originali, a due e/o a quattro mani.
Completa la formazione il pianista Jo-Jo Petersen, ma un più che meritato risalto darei a Doug Meyer, steeler
d'eccezione con un suono decisamente 'californiano',
che rammenta a più riprese le atmosfere degli albori
del country-rock (parliamo di gente del calibro dei vari Lloyd Green o Jaydee Maness).
Importante anche il contributo alla tromba di Tim Winters, che conferisce un
gradevolissimo 'Mexican Flavor'a The Ballad Of Billy & Selena; last
but not least Andrew Brasington alle
background vocals.
La musica parte con un bello
shuffle veloce dal titolo dualistico, tipico
delle discussioni fra marito (gaudente)
e moglie (gelosa): Heartache For Me,
Nightlife For You, contrappuntato dalla steel, ed interpretato da Cella Blue con grinta e
convinzione.
Il passo non rallenta certo con il secondo
brano originale, Painting
The Town Again, che narra della 'riscossa' della mogliettina di cui sopra, finalmente libera dal ricordo del marito che evidentemente se l'è filata. Close Down The Honky-Tonks gode di un
intro squisitamente country, con una
languidissima steel guitar molto
'old fashioned', per non parlare della
chitarra tremolo che conferisce al
pezzo un'ulteriore sapore di romanticismo.
Nonostante non abbia mai amato in modo particolare le voci
femminili, devo ammettere che Cella Blue ha doti vocali da vendere: uno dei momenti più alti del disco!
E' ora la volta di una ‘cranked up cover
version' di un brano a firma Merle
Haggard, Big City(originariamente
compreso nell'omonimo LP del 1981), in veste
di scintillante 'honky-tonk' con la steel che funziona a mille.
Bootheel Express si presenta
come uno spigliato esercizio per
chitarra, ben supportato dal piano
molto 'honky-tonk' di Petersen e
dalla solita Cella Blue.
Di The Ballad Of Billy & Selena e dell'atmosfera molto tex-mex che pervade tutto il brano abbiamo già accennato in precedenza.
Restano ancora gli struggenti shuffles di Here Come Those Blues Again e Blinded By My Tears, la
spensierata Dancin’ Six Nights A Week, il country tipico e pacato di B-Side Boots, per finire con la
velocissima Follow The Whiskey, con la chitarra
elettrica solista che spadroneggia.
Non resta che un commento: se questo è - come è - il loro esordio, c'è davvero di
che ben sperare per il futuro.